Marcatura Componenti Elettronici: tutte le Direttive
La marcatura industriale CE riguarda diversi prodotti che vengono immessi sul mercato e tra questi figurano anche i prodotti elettrici ed elettronici, i quali devono obbligatoriamente seguire le direttive in materia.
Per dimostrare che i componenti o il prodotto finito rispettano appieno tali direttive per la sicurezza e la salute il fabbricante utilizza un documento definito dichiarazione di conformità. Le tre normative che regolano la marcatura dei componenti elettronici sono: la direttiva bassa tensione (LVD) 2014/35/UE, la direttiva compatibilità elettromagnetica (EMC) 2014/30/UE e infine la direttiva RoHS 2011/65/CE. Andiamo a vedere nello specifico che cosa prevedono.
Direttiva Bassa Tensione (LVD)
La direttiva bassa tensione (LVD) 2014/35/UE riguarda in modo particolare i dispositivi che funzionano a 50-1000 V in corrente alternata o a 75-1500 V in corrente continua; nelle maggior parte dei casi i prodotti che devono rispettare questa direttiva devono rispettare anche la direttiva di compatibilità elettromagnetica (EMC) 2014/30/UE. Più nello specifico la direttiva ha come obiettivo la protezione delle persone, degli animali e dei beni da pericoli elettrici di vario tipo e al tempo stesso garantire che quest’ultimi dispongano delle protezioni adeguate a difendersi da incidenti.
Direttiva Compatibilità Elettromagnetica (EMC)
La direttiva compatibilità elettromagnetica (EMC) 2014/30/UE si occupa invece di disciplinare tutti quei prodotti che durante l’utilizzo potrebbero produrre delle perturbazioni elettromagnetiche ed eventualmente causare danni a persone o cose. Questa normativa ha in realtà una doppia funzione: se da un lato si occupa di limitare e stabilire le modalità di propagazione delle onde elettromagnetiche, dall’altro ha anche il compito di evitare che i dispositivi siano disturbati dalle onde elettromagnetiche che sono presenti “in natura”.
Nonostante i campi di applicazione della normativa siano molteplici, la direttiva compatibilità elettromagnetica (EMC) risulta particolarmente importante per le attrezzature medicali o militari.
Direttiva RoHS
La direttiva RoHS 2011/65/CE ha infine come obiettivo primario regolare l’utilizzo di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. La norma stessa evidenzia con precisione quali siano le sostanze regolamentate, ovvero il cadmio, il cromo (VI), il piombo, il mercurio, i bifenili polibromurati (PBB) e eteri di difenile polibromurato (PBDE) e i ftalati.
Per rispettare tale direttiva quindi i fabbricanti hanno l’obbligo di limitare al minimo l’utilizzo di tali sostanze nei prodotti elettrici ed elettronici o, preferibilmente, di sostituirle con delle alternative potenzialmente meno pericolose. Va inoltre ricordato che negli anni la normativa è stata soggetta ad una serie di cambiamenti, che hanno portato ad aggiungere nuove sostanze alla lista di quelle già regolamentate, vale a dire lo Ftalato di bis(2-etilesile) DEHP, il Benzilbutilftalato (BBP), il Dibutilftalato (DBP) e il Diisobutilftalato (DIBP).
Marcatura Laser e Marcatura a Getto d’Inchiostro
Per garantire che un prodotto elettrico o elettronico sia in tutto e per tutto conforme alle direttive citate sopra è necessario ricorrere alla marcatura industriale. La marcatura industriale è un’operazione che deve essere svolta dal fabbricante attraverso l’utilizzo di appositi macchinari per la marcatura delle componenti elettroniche, come i marcatori laser oppure i marcatori inkjet o a getto di inchiostro.
I marcatori laser sono senza dubbio tra i modelli più performanti perché permettono di marcare fino a 1000 caratteri al secondo e sono dotati di lunghezze d’onda VERDE e UV per evitare qualunque tipologia di impatto termico. Si tratta inoltre di dispositivi che garantiscono un lungo periodo di vita e una necessità di manutenzione piuttosto limitata.
I marcatori inkjet o a getto di inchiostro invece sono appositamente progettati per la stampa di microcaratteri e offrono la possibilità di stampare senza contatto, semplicemente trasportando l’inchiostro per mezzo di elettrodi. Questi marcatori rappresentano inoltre un grande risparmio perché dotati di sistema di recupero del solvente che viene condensato e immesso nuovamente nel serbatoio di alimentazione.